Caffè Vesuvio Cuore Napoletano produce caffè biologico a Napoli appartenente alla varietà Arabica. Tuttavia esistono molti tipi di pianta di caffè, tutte appartenenti alla famiglia delle rubiaceae, che in sé raggruppa ben 4500 varietà tra cui 60 specie del genere coffea. Di queste solo 25 sono commercializzate per i frutti ma quelle che vengono usate nella torrefazione sono la Coffea Arabica, la Coffea Robusta, la Coffea Liberica e la Coffea Excelsa. La più rinomata è l’Arabica, coltivata e selezionata da diversi secoli e, in particolar modo, la varietà Moka dai grani piccoli ma dal profumo molto intenso. Ha un colore verde rame con una forma appiattita e allungata. Altre qualità di Arabica sono la “Tipica” e la “Bourbon” entrambe molto amate in Brasile, e la “Maragogype” apprezzata per i suoi grani particolarmente grandi. Il caffè biologico di Napoli prodotto da Caffè Vesuvio Cuore Napoletano utilizza tutte queste varietà.
La Coffea Robusta è stata scoperta in Congo e attualmente è usata nel commercio del caffè poiché si è rivelata resistente a molti tipi di malattie che colpiscono le piante. Inoltre, crescendo con facilità anche in pianura ha costi di produzione meno elevati rispetto alla qualità Arabica.
La Coffea Liberica è come dice il nome stesso originaria della Liberia e ha frutti grandi quasi il doppio rispetto a quelli della varietà Arabica. È molto resistente ai parassiti e ha bisogno di temperature elevate e acqua abbondante. Il gusto del caffè di questa pianta è meno pregiato rispetto alla qualità Arabica, tuttavia il sapore della bevanda che si ottiene da tale specie è particolarmente apprezzato nei paesi scandinavi.
Nel 1904 fu scoperta la Coffea Excelsa una varietà di caffè particolarmente resistente sia alle malattie e che alla siccità. I suoi grani danno un’ottima resa e, lasciati invecchiare, producono una bevanda dal gusto profumato e gradevole, simile al caffè prodotto con la varietà Coffea Arabica.
Naturalmente non esistono piantagioni di caffè a Napoli e Caffè Vesuvio Cuore Napoletano per creare le proprie miscele, si rivolge a importanti produttori esterni.
Il Brasile è il paese che vanta la maggior produzione di caffè al mondo e, le miscele più famose, sono il Santos, il Rio e Bourbon Santos.
Un altro importante produttore di caffè è l'Etiopia il paese dell'albero dell'Arabica, dove le bacche selvatiche vengono ancora raccolte dalla gente delle tribù sulle montagne. Circa 12 milioni di etiopi vive grazie al caffè, infatti questo Paese è il maggior esportatore dell'Africa.
Da un punto di vista della coltivazione in Etiopia si usa ancora il metodo tradizionale che dà al chicco un gusto dolce, buon corpo e alta acidità. Poiché il paese vive gravi conflitti interni, ciò ha avuto un effetto negativo sulla capacità di produrre caffè di alta qualità, anche se negli ultimi anni il prodotto è comunque migliorato. Il Kenia è invece il miglior produttore e esportatore di caffè dell’Africa dell’Est. Una splendida descrizione delle piantagioni di caffè si trova nell’autobiografia di Karen Blixen “La mia Africa”.
La scrittrice possedeva vaste piantagioni d in quella regione, distrutte da una lunga siccità all’inizio degli anni trenta.
Poiché non ci sono piantagioni di caffè a Napoli l’azienda Caffè Vesuvio Cuore Napoletano utilizza per la torrefazione chicchi importati da altri paesi come, ad esempio, l’India. È proprio qui che sarebbe nato il primo commercio di caffè grazie al pellegrino Baba Budan, che nel 1870 importò sette semi dalla Mecca. Furono però i coloni britannici a trasformare il caffè in un prodotto commerciale molto ricercato. Il caffè indiano cresce sugli altopiani delle zone montuose tra i 600 e i 1800 m e le regioni più adatte per la produzione sono lo Karnatka, il Kerala, e il Tamilnadu. L’India produce anche dei caffè monsonici così chiamati perché le bacche verdi vengono esposte a questi venti. Questo processo riduce l’acidità e migliora la dolcezza, rendendoli simili ai caffè indonesiani stagionati. Nell’aspetto e nelle caratteristiche il caffè indiano non assomiglia molto al caffè africano o arabo.
l caffè è diventata una bevanda così importante per tutti i partenopei e in generale per tutti gli italiani, che è difficile ricordare l’inizio del suo consumo. Infatti, esistono molte leggende sulle origini del caffè, la più conosciuta è forse quella del Monastero yemenita Chehodet. Secondo questa leggenda, dei monaci notando che un pastore di nome Kaldi aveva delle capre particolarmente vivaci, osservarono che mangiavano delle strane bacche. Decisero allora di preparare con questi chicchi una bevanda che sperarono avrebbe dato loro la capacità di pregare di più. Secondo un’altra leggenda sarebbe stato invece un Iman di un monastero arabo che, preparato un decotto, lo diede ai monaci del convento riuscendo a fargli stare svegli tutta la notte senza fatica. Un altro racconto vuole invece che Maometto, sentendosi male, fosse soccorso dall’Arcangelo Gabriele che gli portò una potente pozione, scura come la Sacra Pietra Nera della Mecca, inviatagli da Allah. La bevanda fu chiamata “qawa” e grazie ad essa Maometto si riprese. Anche Ali ben Omar assistette alla comparsa di un angelo che lo invitava a proseguire il suo viaggio verso la città Moka, devastata dalla peste, dove avrebbe portato il corpo del suo maestro Schadeli. Qui, con le sue preghiere ad Allah, guarì molti malati compresa la principessa di cui si innamorò. Il re infuriato lo scacciò e il povero Ali ben Omar, costretto a vivere sulla montagna invocò il maestro morto il quale gli inviò un bellissimo uccello. Omar gli si avvicinò per ammirarlo e, giunto sul posto, scoprì una pianta di caffè. Prese le sue bacche e ne fece un decotto che offriva ai pellegrini e grazie alle qualità magiche di questa bevanda di cui ormai tutti narravano, il monaco venne riaccolto nel regno con grandi onori.
Qualunque sia la storia che sta all’origine del consumo di caffè, l’azienda Caffè Vesuvio Cuore Napoletano continua oggi come in passato a garantire le forniture di caffè a Napoli e per tutti gli amanti di questa bevanda così speciale.